L’Italia in autunno: itinerari in camper

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C’è un momento, subito dopo l’ultima ondata di caldo estivo, in cui l’Italia comincia a cambiare pelle. Le foglie iniziano a scurirsi ai bordi, l’aria si fa più nitida, la luce diventa dorata, più bassa sull’orizzonte. È l’autunno che arriva in punta di piedi, ma con tutta la sua potenza poetica. Ed è anche il tempo perfetto per salire su un camper e partire. Perché, diciamocelo, mentre l’estate è il tempo della folla, del rumore e del mare vissuto fino all’ultima goccia di sole, l’autunno è la stagione del ritorno al silenzio, ai ritmi veri, alla scoperta lenta.

In camper, l’autunno è un invito aperto: meno traffico, temperature ideali, la possibilità di vivere i luoghi con calma. E l’Italia, in questa stagione, si mostra in tutta la sua ricchezza: i colori dei boschi che virano sul rame, le sagre di paese, il vino nuovo, l’olio appena franto, le castagne che scoppiettano nei bracieri.

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Per questo viaggio abbiamo scelto tre regioni molto diverse tra loro, per carattere, geografia, profumi. Ma tutte perfette per essere esplorate tra settembre e novembre. Si parte dalla Lombardia, tra laghi appartati e valli dove si celebra la vendemmia e la castagna. Si scende poi nel Lazio, in quella parte più segreta e silenziosa che risale fino all’Etruria, con borghi sospesi nel tempo e boschi sacri. Infine si prende il largo verso la Sicilia, dove l’autunno non è un addio all’estate, ma un’altra stagione di luce, sapori e incontri autentici.

Itinerari in Italia in autunno: Lombardia, tra laghi, vigneti e castagne

L’autunno in Lombardia ha un colore particolare. È il giallo bruciato delle vigne terrazzate, il verde che si scurisce nei boschi di faggio, il grigio-blu delle acque ferme dei laghi alpini. Ma è anche il tempo delle prime nebbie del mattino, del profumo di legna accesa nei camini, delle feste di paese in cui si celebrano la castagna, la zucca, il tartufo, i funghi. E poi c’è il vino: rosso, corposo, caldo. Un invito a fermarsi, a respirare a fondo.

Tappa 1: Lago d’Iseo

Il nostro viaggio inizia sulle sponde tranquille del Lago d’Iseo. Rispetto ai fratelli maggiori – Garda e Como – è più appartato, più intimo, meno glamour. Ma è proprio questo il suo punto di forza. Il lago in autunno è un luogo quasi meditativo: le acque calme riflettono i colori dei boschi circostanti, le barche si muovono lente, le stradine acciottolate dei paesi si riempiono di un’atmosfera raccolta.

Puoi scegliere di fermarti a Lovere, con le sue facciate eleganti affacciate sull’acqua, o a Sarnico, più vivace, con una bella passeggiata lungolago. Oppure, salire sul traghetto e raggiungere Montisola, l’isola lacustre più grande d’Europa, dove non circolano auto e il tempo sembra rallentare davvero. Settembre e inizio ottobre qui profumano di vendemmia e funghi porcini. Le trattorie servono piatti tipici come la polenta con il pesce essiccato del lago, mentre l’aria comincia a portare con sé le prime promesse d’autunno.

Tappa 2: Valle Camonica

Lasciando Iseo, si prende la SP510 verso nord e in un’oretta abbondante si entra nel cuore della Valle Camonica. È una valle profonda e lunga, che si allunga tra le Alpi centrali e custodisce uno dei patrimoni più antichi d’Europa: i graffiti rupestri, dichiarati Patrimonio dell’Umanità. Migliaia di incisioni nella roccia, lasciate dai popoli preistorici, parlano di caccia, rituali, vita quotidiana. Un museo a cielo aperto, che in autunno, con il cielo terso e le foglie rosse, ha un fascino potente.

Tra i borghi, Bienno è una perla. Piccolo, curatissimo, pieno di botteghe artigiane e scorci che sembrano usciti da un presepe, offre tutto il calore delle valli lombarde. Qui a ottobre si celebra la festa della castagna, con bancarelle, musica e profumi che invadono le vie di pietra. È un luogo perfetto per una sosta lenta, magari pernottando in uno dei tanti agricampeggi della zona, dove svegliarsi con vista sulle montagne.

Tappa 3: Valtellina

Proseguendo lungo la SS42, per poi imboccare la SS38, si sale verso la Valtellina. Circa un’ora e mezza di strada tra tornanti, vallate aperte e vigneti. La Valtellina in autunno è uno spettacolo raro: le viti terrazzate si tingono di rosso e oro, creando geometrie perfette sui versanti delle montagne. I paesi lungo la strada – da Teglio a Chiuro, da Tirano a Sondrio – sono custodi di una cultura alpina autentica, fatta di buon cibo, vini robusti e ospitalità sincera.

È il tempo del vino nuovo, delle cantine aperte, dei piatti fumanti: pizzoccheri, sciatt, bresaola artigianale. Qui ogni sosta è un invito a godersi il paesaggio con calma, a camminare lungo le vie dei terrazzamenti, a visitare le cantine scavate nella roccia. E magari, concedersi un bagno caldo in una spa con vista sulle Alpi, perché in Valtellina il relax fa parte del viaggio.

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Itinerari in Italia in autunno: Lazio, tra boschi sacri, borghi etruschi e colline vulcaniche

L’autunno nel Lazio non è solo Roma. Anzi, è altrove che la regione mostra la sua anima più autentica. A nord della capitale, verso la Tuscia, i boschi si fanno sacri, i borghi sembrano usciti da un libro di leggende, e i laghi vulcanici riflettono il cielo come specchi. È una terra che profuma di castagne, di funghi, di vino e storia. Un paesaggio che in ottobre si tinge di magia.

Tappa 1: Viterbo e la Tuscia

È un viaggio lungo, lo sappiamo: circa 530 chilometri, passando per l’A1. Ma se fatto in più tappe (magari con una notte di mezzo lungo l’Appennino), ti porterà in uno degli angoli più sorprendenti del centro Italia. Viterbo, con il suo centro medievale intatto, è una città di pietra e di silenzi. Nel quartiere di San Pellegrino, le bandiere delle contrade ancora sventolano e il profumo di caldarroste esce dalle botteghe.

Intorno a Viterbo si apre la Tuscia, terra etrusca e vulcanica. A Bagnaia puoi visitare i Giardini di Villa Lante, un capolavoro del Rinascimento. A Vitorchiano, le case sembrano crescere dalla roccia. A Soriano nel Cimino, il castello svetta su boschi dove passeggiare tra i colori del foliage.

Tappa 2: Lago di Bolsena

Dopo pochi chilometri sulla SP2, si arriva al Lago di Bolsena. È un lago vulcanico, perfettamente circolare, di una bellezza placida e intatta. Bolsena, con il suo centro storico, i vicoli che si arrampicano verso il castello e il lungolago fiorito, è una sosta che rasserena. Qui l’autunno è ancora mite, il sole scalda, e il tramonto sul lago è uno spettacolo quotidiano.

Tappa 3: Civita di Bagnoregio

In una ventina di chilometri, risalendo tra le colline su strade secondarie come la SP6 e la SP7, si arriva a Civita di Bagnoregio. L’autunno qui è poesia allo stato puro. La nebbia del mattino avvolge il ponte sospeso, le nuvole sembrano farsi strada tra i calanchi, e il borgo appare come un miraggio.

Camminare verso Civita in una giornata di ottobre, con l’aria frizzante e le foglie secche sotto i piedi, è un’esperienza che resta dentro. Qui, lontano dalla folla estiva, si percepisce tutta la fragilità e la bellezza del tempo. Dopo la passeggiata, fermati in una trattoria affacciata sulla valle: fettuccine ai funghi porcini, magari con un bicchiere di Orvieto, sono il modo perfetto per chiudere la giornata.

Itinerari in Italia in autunno: la Sicilia tra vendemmia tardiva, mare d’autunno e borghi barocchi

Attraversare l’Italia da Civita di Bagnoregio alla Sicilia è una vera impresa da camperisti appassionati. Ma anche questo fa parte del viaggio. Si percorrono oltre 1.100 km, imboccando la A1 in direzione sud, poi la A2 Autostrada del Mediterraneo, che corre lungo le montagne della Calabria, fino a raggiungere Villa San Giovanni, dove si traghetta verso Messina. Il passaggio sullo Stretto, anche solo di pochi minuti, segna simbolicamente l’ingresso in un’altra dimensione. La Sicilia non è solo un’isola: è un mondo a parte, con i suoi ritmi, le sue stagioni e la sua straordinaria capacità di accogliere.

Qui l’autunno è lungo, dolce, profumato. Il mare è ancora balneabile, l’interno pullula di vita agricola, e le città si svuotano del turismo estivo, tornando a essere vissute dai locali. Ogni tappa è un’immersione nei sensi, e ogni chilometro un’esperienza.

Tappa 1: Etna e zona di Zafferana Etnea

Dallo sbarco a Messina si prende la A18 in direzione sud, costeggiando il mare Ionio. Dopo circa un’ora e mezza di viaggio, si sale verso l’interno, in direzione di Zafferana Etnea, una delle porte d’accesso al versante orientale dell’Etna. Qui il paesaggio cambia radicalmente: i profili vulcanici diventano protagonisti, il terreno scuro contrasta con il verde delle piante mediterranee, e l’autunno dipinge tutto con colori intensi, decisi.

Zafferana è famosa per la sua Ottobrata, una manifestazione che dura quasi tutto il mese e che trasforma il paese in una festa continua: bancarelle di prodotti tipici, miele, pistacchi, vino, mostarde, castagne e funghi, musica popolare e tradizioni contadine che si rinnovano ogni anno. Tutto intorno, i sentieri del Parco dell’Etna invitano a escursioni nella natura più sorprendente: boschi di betulle, colate laviche fossili, crateri da esplorare a piedi. Se si ha un po’ di fortuna con il meteo, si può persino salire con la funivia fino ai crateri sommitali, dove il paesaggio è lunare e maestoso.

L’autunno sull’Etna ha anche un volto enologico. In questa zona si producono alcuni dei vini più interessanti d’Italia, con vitigni autoctoni come il Nerello Mascalese e il Carricante, coltivati su terrazzamenti neri di lava. Le cantine aprono le porte per la vendemmia tardiva, ed è possibile fare degustazioni guidate, anche con il camper parcheggiato tra i filari.

Tappa 2: Noto e la Val di Noto

Dopo essersi immersi nella forza della natura etnea, si torna sulla A18 in direzione sud e si percorre la costa ionica fino a Siracusa, per poi deviare sulla SS115 in direzione di Noto. Il viaggio dura poco meno di due ore, e ogni curva avvicina a un paesaggio sempre più morbido, quasi dorato, fatto di colline, uliveti e mandorli.

Noto è la capitale indiscussa del barocco siciliano. Ma in autunno, quando il sole scalda meno e i turisti sono pochi, diventa quasi irreale nella sua bellezza. Le facciate dei palazzi sembrano scolpite nella luce, le piazze sono vive ma non caotiche, e tutto invita a rallentare. Passeggiare lungo Corso Vittorio Emanuele, sorseggiare un caffè con una granita anche a novembre, entrare nella Cattedrale, scoprire scorci da fotografare a ogni angolo… è un piacere continuo.

Nei dintorni, ci sono altre tappe imperdibili. A Modica, ci si perde tra chiese barocche e cioccolato artigianale preparato secondo l’antica ricetta azteca. A Ragusa Ibla, ci si immerge in un borgo tra i più scenografici d’Italia, con salite, scale e piazzette che sembrano uscite da un film di Tornatore. In questa zona, l’autunno è il periodo ideale per le sagre contadine, le fiere del vino e dell’olio, e le feste patronali che animano le città con riti e colori.

Tappa 3: Marzamemi

L’ultima tappa è un breve trasferimento di una quarantina di chilometri, percorrendo la SP19, che attraversa la campagna fino a toccare il mare. Marzamemi è un piccolo borgo di pescatori che in estate esplode di vita, ma in autunno rivela la sua anima più vera. Il porto, le barche, le reti, le case basse affacciate sulla piazzetta centrale... tutto qui sembra immobile, in attesa.

Il silenzio è dolce. Il vento porta con sé l’odore salmastro del mare e quello, inconfondibile, del tonno affumicato, delle olive nere, dei pomodori secchi stesi al sole. Puoi passeggiare fino al vecchio palmento, goderti il tramonto dal molo, o partire per una visita alla Riserva di Vendicari, poco distante. Qui le spiagge sono ancora splendide, le saline ospitano stormi di fenicotteri, e il mare è trasparente come in estate.

Sedersi in una taverna con una zuppa di pesce, una birra artigianale siciliana e il mare davanti: ecco un finale perfetto per questo lungo viaggio d’autunno. Un viaggio fatto di silenzi, colori, sapori e sguardi, dove l’Italia si mostra in tutta la sua ricchezza, lontano dalle rotte battute e dentro il ritmo vero delle stagioni.

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Lorenzo I

Appassionato di backgammon, metrica classica, oggetti antichi, viaggi reali e immaginari, con o senza ritorno.

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