La Spagna in autunno: itinerari in camper

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L’autunno in Spagna non ha fretta. È una stagione di passaggio che non corre via, ma si srotola lentamente tra campi mietuti, cieli limpidi e colline coperte da manti dorati. Le giornate sono ancora lunghe abbastanza per viaggiare con calma, e fresche quanto basta per apprezzare il calore di una sagra di paese, una cioccolata calda in una piazza di pietra o il profumo di terra bagnata che sale dai sentieri di montagna.

In camper, la Spagna autunnale diventa un invito alla scoperta. Non quella delle spiagge affollate o delle grandi città, ma di territori profondi, legati alla terra e alla memoria. Questo itinerario è pensato proprio per chi vuole uscire dalle rotte più battute e immergersi in una Spagna che forse non compare nelle guide più famose, ma che sa lasciare un segno indelebile.

Attraverseremo tre aree molto diverse, ma tutte ideali in questa stagione: l’Estremadura, con le sue città patrimonio dell’umanità e i paesaggi punteggiati di querce secolari; la Sierra de Cazorla, un angolo selvaggio dell’Andalusia dove l’autunno si fa bosco e silenzio; e la parte più intima della Navarra, dove le foreste sembrano animate e i monasteri raccontano storie millenarie.

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La Spagna in autunno: l'Estremadura tra pietra, querce e silenzi antichi

C'è un momento dell'anno in cui l'Estremadura si rivela nella sua forma più pura: è l’autunno, quando la luce si fa più bassa e avvolgente, e i paesaggi rurali sembrano respirare con calma secolare. Questa regione, spesso trascurata dai circuiti turistici più battuti, custodisce un patrimonio straordinario fatto di borghi in pietra, altopiani dorati e città medievali silenziose, dove il tempo pare rallentare a ogni passo.

Qui l’autunno non è solo una stagione, ma un’esperienza sensoriale completa: l’odore delle foglie secche nelle dehesas, il profumo dell’olio novello nei piccoli frantoi di campagna, il calore delle prime stufe accese nei cortili interni. I colori virano dal giallo paglierino al marrone scuro delle cortecce, mentre le strade si fanno meno affollate e ogni incontro sembra più autentico.

Viaggiare in camper in questa terra significa riscoprire la bellezza dell’essenziale. Fermarsi quando il paesaggio lo richiede, dormire sotto cieli immensi, svegliarsi tra le colline. Da Cáceres a Trujillo fino al Parco di Monfragüe, questa prima tappa è un tuffo in un passato che vive ancora nel presente, in una terra di confine che ha fatto della discrezione la sua forza.

Tappa 1: Cáceres

Il nostro viaggio inizia nel cuore dell’Estremadura, nella sorprendente Cáceres. Dalla sua posizione centrale, è facilmente raggiungibile da Madrid in circa tre ore e mezza di guida (circa 300 km lungo l’autostrada A-5). In autunno, la città si scopre in una luce morbida che sembra fatta apposta per esaltarne la pietra chiara, i merli, le torri, i dettagli nascosti degli antichi palazzi.

Il centro storico, tra i meglio conservati di tutta la Spagna, è un labirinto medievale in cui perdersi con piacere. Ogni angolo racconta una storia, ogni piazza sembra aspettare il momento giusto per accogliere una festa d’altri tempi. E in effetti, l’autunno è anche tempo di mercati, mostre, piccoli eventi di quartiere che riportano in vita la tradizione. Dormire in camper vicino al centro permette di godersi ogni momento con lentezza, magari svegliandosi con il profumo del pane caldo che arriva dai forni storici.

Tappa 2: Trujillo

Dopo Cáceres, si procede verso sud-est seguendo la A-58 per circa 45 km, fino a raggiungere Trujillo, città meno nota ma di straordinaria bellezza. Qui nacquero diversi dei grandi conquistadores, e l’impronta coloniale si respira ancora nella maestosa piazza centrale, circondata da palazzi nobiliari e dominata dalla statua equestre di Francisco Pizarro.

In autunno, Trujillo si fa ancora più affascinante. Le giornate limpide sono perfette per salire al castello moresco che domina la città e osservare le pianure circostanti, infinite e dorate. I mercatini stagionali animano il centro con profumi di formaggi locali, dolci di mandorla, conserve e miele. Trujillo è il posto giusto per rallentare, per leggere sotto un portico o semplicemente per sedersi a guardare il tempo che passa.

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Tappa 3: Monfragüe National Park

Da Trujillo si prosegue verso nord-est sulla EX-208 per circa 60 km, fino a raggiungere il cuore selvaggio dell’Estremadura: il Parco Nazionale di Monfragüe. Qui cambia tutto. Si lascia la pietra e si entra nella natura più pura, tra colline coperte di lecci, querce e sugheri, che in autunno si tingono di mille sfumature, dal bronzo al ruggine.

Il parco è un paradiso per chi ama osservare gli animali: cervi, cinghiali, rapaci. Le aquile imperiali e i grifoni volano sopra le gole, mentre nei boschi si cammina tra funghi e licheni. Alcune aree sono attrezzate per il camper, e dormire qui, lontano da luci artificiali, sotto un cielo pieno di stelle, è un’esperienza che riconnette profondamente con la natura.

La Spagna in autunno: Andalusia segreta, la Sierra de Cazorla

Quando si pensa all’Andalusia, l’immaginario corre subito a città dorate, aranci in fiore, cortili assolati e flamenco. Ma c’è un’Andalusia diversa, più intima, più verde, dove le montagne si rincorrono come onde pietrificate e i boschi respirano al ritmo delle stagioni. È la Sierra de Cazorla, una delle zone meno conosciute e più sorprendenti della regione di Jaén. In autunno, questo territorio si trasforma in un mosaico di rami rossi, muschi verdi e ruscelli argentati, un luogo dove la natura detta ancora il tempo della vita.

Arrivare in camper in questi luoghi significa abbracciare una dimensione lenta, sincera, profonda. I piccoli paesi sembrano usciti da un’altra epoca: stradine lastricate, case bianche arrampicate sulle rocce, camini fumanti e vecchi seduti all’ombra delle chiese. Ma basta allontanarsi di pochi chilometri per trovarsi immersi in una delle aree protette più estese della Spagna, tra sentieri che si perdono nei boschi, cervi che attraversano la strada al tramonto, e mirador da cui ammirare vallate infinite.

Questa tappa è una parentesi rigenerante, una sorta di ritiro naturale, dove ogni giorno si misura in respiri profondi e camminate silenziose. Dove l’autunno si lascia toccare con mano, passo dopo passo.

Tappa 1: Cazorla

Lasciata l’Estremadura alle spalle, ci si dirige verso sud, attraversando la Castiglia-La Mancia e raggiungendo l’Andalusia orientale. Il tragitto da Monfragüe a Cazorla è lungo circa 270 km, e si percorre lungo l’A-316, con possibilità di fermarsi per una pausa rigenerante a Úbeda o Baeza, città patrimonio dell’UNESCO.

Cazorla accoglie il viaggiatore come un nido incastonato tra le montagne. Il borgo si arrampica su una collina, protetto da una rocca che guarda lontano, oltre le valli e le gole che fanno da anticamera alla Sierra. Le case bianche, le piazze raccolte, le fontane di pietra: tutto a Cazorla sembra fatto per accompagnare chi cerca una Spagna più lenta, più vera. In autunno, è il momento dei funghi, dei racconti intorno al camino, delle passeggiate al tramonto.

Tappa 2: Parco Naturale della Sierra de Cazorla

Punto di partenza ideale, Cazorla permette di esplorare il Parque Natural de las Sierras de Cazorla, Segura y Las Villas, la più grande area protetta della Spagna. Lo si raggiunge imboccando la A-319, strada panoramica che si inoltra tra vallate, canyon, foreste fitte e piccoli altipiani silenziosi.

Il parco in autunno è un’esplosione di colore. Le faggete si accendono, i cervi in bramito echeggiano nelle gole, i corsi d’acqua scorrono limpidi tra rocce antiche. Il camper è il mezzo perfetto per percorrere le strade interne, fermandosi nei punti panoramici (i miradores) per respirare il silenzio e contemplare l’immensità. Qui il tempo sembra dilatarsi, come se ogni ora avesse più minuti.

Tappa 3: La Iruela

Appena 5 km da Cazorla, su una strada che si arrampica lenta e scenografica, sorge La Iruela, piccolo borgo aggrappato alla roccia. È un luogo che si visita più con gli occhi che con i piedi, perché basta un colpo d’occhio per sentire tutta la magia: il castello medievale domina la valle, i tetti rossi brillano sotto il sole autunnale e la quiete è totale.

Passeggiare tra le rovine, osservare il volo degli uccelli rapaci, sedersi su una panchina con vista sulla valle: La Iruela non è fatta per chi ha fretta. È un luogo sospeso, ideale per respirare a fondo e lasciarsi avvolgere da una Spagna ancestrale, dove anche il silenzio racconta qualcosa.

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La Spagna in autunno: la Navarra nascosta tra foreste sacre e cammini perduti

La terza tappa conduce a nord, verso una Spagna che sembra sussurrare invece di parlare. Una terra antica, umida di boschi e memoria, dove i colori dell’autunno diventano rito e paesaggio. La Navarra rurale, lontana dal clamore dei pellegrini diretti a Santiago, offre un volto intimo e selvatico della Penisola Iberica. Qui le foreste sembrano cattedrali, le abbazie parlano ancora latino, e i villaggi si affacciano su fiumi che scorrono lenti, come le ore.

Il viaggio in camper da sud a nord è lungo, ma ogni chilometro aggiunge profondità all’esperienza: si passa dalle terre arse dell’Andalusia alle faggete umide e dorate della Selva de Irati, attraversando mesetas, vigneti, canyon e colline. Arrivati nei Pirenei occidentali, si ha la netta sensazione di aver oltrepassato una soglia, di essere entrati in una dimensione parallela dove la vita segue regole diverse.

In Navarra, l’autunno è una poesia scritta in toni minori: foglie che cadono senza fare rumore, sentieri che si perdono nel bosco, silenzi interrotti solo dal vento o dal canto di un monaco. È una Spagna che non cerca di impressionare, ma che conquista per sottrazione. Un finale di viaggio che sa di inizio, di raccoglimento, di ritorno a sé.

Tappa 1: Selva de Irati

Lasciando la Sierra de Cazorla alle spalle, il camper si rimette in marcia per il tratto più lungo dell’itinerario: circa 600 km separano il sud dell’Andalusia dai boschi umidi e profondi della Navarra settentrionale. È un tragitto che conviene affrontare in due tappe, magari pernottando nei pressi di Zaragoza o in uno dei tanti borghi rurali della Rioja. Il viaggio stesso, attraversando paesaggi che cambiano chilometro dopo chilometro, è parte integrante dell’esperienza.

Una volta giunti nella parte più remota e verde della Navarra, ci si ritrova immersi in un’altra Spagna. Qui, tra le pieghe dei Pirenei occidentali, si estende la Selva de Irati, un’immensa foresta di faggi e abeti considerata una delle più incontaminate d’Europa. L’autunno la trasforma in un’opera d’arte vivente: ogni foglia è un pennello, ogni sentiero un racconto.

Camminare in Irati significa lasciarsi avvolgere da un silenzio profondo, interrotto solo dal fruscio delle foglie sotto i passi o dal richiamo di un uccello tra i rami. I colori virano dal giallo al rame, passando per il verde muschio, e le luci filtrano tra i tronchi come in una cattedrale naturale. Con il camper, è possibile sostare in alcune aree naturalistiche attrezzate, come quella di Orbaitzeta o Ochagavía, e partire da lì per le esplorazioni a piedi. La notte, lontano da ogni forma di inquinamento luminoso, le stelle sembrano appese appena sopra il tetto del camper.

Tappa 2: Ochagavía

A pochi chilometri dalla Selva, seguendo una strada stretta e serpeggiante, si incontra uno dei borghi più pittoreschi della Navarra: Ochagavía. Le sue case in pietra chiara, i tetti spioventi in ardesia, i ponti che scavalcano il torrente Anduña lo rendono un luogo quasi irreale, come sospeso nel tempo.

Qui l’autunno non è solo una stagione: è uno stato d’animo. Le nebbie del mattino che avvolgono i tetti, i caminetti accesi che scaldano le taverne, l’odore del legno e del pane appena sfornato. Il borgo si visita lentamente, senza mappa né fretta, lasciandosi guidare dai sensi. Una sosta in uno dei piccoli ristoranti a conduzione familiare, dove assaggiare piatti tipici come il cordero al chilindrón o la trucha a la navarra, completa l’esperienza.

Ochagavía è anche il punto di partenza ideale per escursioni nella foresta o per semplici passeggiate nei dintorni, tra pascoli, eremi e piccoli erogatori d’acqua naturale. In camper, si può parcheggiare appena fuori dal centro storico, e godersi la sera ascoltando il gorgoglio del ruscello e il silenzio assoluto che cala con il buio.

Tappa 3: Monastero di Leyre e Lago di Yesa

L’ultima tappa dell’itinerario porta verso sud-est, seguendo la NA-140 fino a raggiungere uno dei luoghi più spirituali e suggestivi della Spagna settentrionale: il Monastero di San Salvador de Leyre. Abbarbicato sulla montagna, immerso in boschi silenziosi e affacciato sulle acque turchesi del Lago di Yesa, il complesso benedettino è un luogo che invita alla contemplazione e alla quiete.

Il monastero risale al IX secolo e conserva una cripta romanica di rara bellezza. Il suono delle campane, la preghiera gregoriana che si diffonde durante le funzioni, il vento che muove le chiome degli alberi: ogni elemento sembra orchestrato per creare un’atmosfera fuori dal tempo. Il camper può essere lasciato in uno dei parcheggi panoramici lungo la strada, da cui si può godere di una vista ampia e luminosa sull’intera vallata.

Poco distante, il Lago di Yesa si estende come uno specchio d’acqua incastonato tra montagne dai profili netti. In autunno, le rive sono punteggiate di rossi e gialli, e il cielo riflesso sul lago amplifica la sensazione di vastità e silenzio. È il luogo ideale per concludere il viaggio: seduti sull’erba, magari con una coperta sulle spalle, osservando il tramonto che incendia l’orizzonte.

Lorenzo I

Appassionato di backgammon, metrica classica, oggetti antichi, viaggi reali e immaginari, con o senza ritorno.

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